di Antonietta Fiorentino
Costanzo Preve aveva un forte interesse per la Grecia e non solo per quella antica con l’eccelso pensiero filosofico, ma anche per quella moderna e la sua gente, di cui appezzava la calda umanità così simile alla sua. E conosceva bene, di quella gente, la storia tante volte tragica e troppo spesso ignorata dagli stranieri. Perciò veniva volentieri in Associazione a raccontarcela e la sua colta narrazione non era mai fredda e distaccata, ma tradiva, a seguirla con attenzione, un forte legame sentimentale con il piccolo Paese, di cui ci stava parlando.
Né sarebbe potuto essere diversamente: Preve, grazie ad una borsa di studio, aveva avuto il privilegio di soggiornare a lungo ad Atene, alla metà degli anni Sessanta. Chiunque abbia avuto la stessa fortuna, sa quanto irresistibile fosse la Grecia di quel periodo. Dopo il cupo letargo seguito alla guerra civile, la Grecità, come avrebbe detto il poeta Yannis Ritsos, rialzava la testa e scriveva un’altra esaltante pagina della sua Storia: forze politiche nuove assumevano il governo del Paese, fortemente contrastate dai poteri forti, un movimento studentesco importante portava in strada ogni giorno imponenti folle di manifestanti che reclamavano pane istruzione e libertà e tutte le arti e le lettere conoscevano una straordinaria fioritura. Fu l’appassionante e appassionata Primavera greca; per soffocarla sarebbero arrivati i colonnelli…
Proprio allora il giovane Costanzo si legò alla sinistra greca, mentre contemporaneamente approfondiva la conoscenza della cultura di quel piccolo Paese, che all’epoca, con Gheorghios Seferis, aveva già meritato un Nobel per la poesia. E della poesia ci venne spesso a parlare il filosofo Preve, commuovendoci con la sua predilezione per Manolis Anagnostakis, il poeta della sconfitta e della sinistra nel suo Paese e non solo. La poesia è il genere letterario più congeniale all’anima greca e, quando musicisti di genio, come Mikis Theodorakis, per citare il più noto, ebbero l’ispirazione di sposarne molti esempi illustri ad una musica inconsueta e considerata plebea, finì sulle labbra di un popolo intero che ne fece la colonna sonora della sua Storia.
All’inizio degli anni ’80 Costanzo Preve aveva capelli mossi e nerissimi, con la scriminatura da una parte, lo sguardo profondo e attento come erano i suoi interventi all’interno del seminario “Politica e Morale” diretto da Norberto Bobbio presso il Centro Studi Gobetti.
Per chi era un semplice appassionato dell’argomento e aveva studiato filosofia al liceo, quegli incontri erano come un respiro profondo in un ambiente non inquinato, un modo per rigenerarsi ogni 15 giorni, uscire di lì con idee nuove e più coraggio per andare avanti.
Contemporaneamente insegnava filosofia e storia al Liceo scientifico “Volta” e, come testimoniano i suoi allievi, apriva le loro menti fornendo loro una visione internazionale della realtà, servendosi anche dell’ironia e del paradosso, con l’intento soprattutto di renderli responsabili e liberi di giudicare e scegliere.
Alcune sue frasi sono passate alla storia tra i “suoi” ragazzi come:
“Chiedereste ad un elettrauto di farvi la macchina in cinque minuti?” per evidenziare l’importanza di stare attenti alla complessità dei problemi.
Poi i capelli di Costanzo Preve sono diventati candidi, la salute malferma, ma l’impegno politico, sociale e filosofico non è assolutamente diminuito, anzi.
Continuava il suo legame con la sinistra greca ai cui convegni era forse l’unico straniero ad esprimersi in un greco fluente, è stato tra i pochi in Italia a prendere posizioni nette e chiarissime contro l’aggressione ad Iraq e Jugoslavia ed ogni forma di imperialismo giustificato falsamente da motivi umanitari. Il ricordo di Costanzo Preve che presenta all’Associazione Piemonte-Grecia il suo libro Il bombardamento etico è, a distanza di anni, ancora una forte emozione.
Nell’ultima parte della sua vita, con alcuni di noi, gli incontri sono stati frequenti, in una dimensione più intima.
Parlare con lui in un bar è stato un grosso regalo. Inteneriva, dando nel contempo una immensa lezione di umanità, vederlo attento ai discorsi più semplici, sulla quotidianità, come se chi aveva di fronte fosse un grande esperto di politica o filosofia.
Quando, con un gruppo di amici, abbiamo girato un documentario sui danni causati dall’occupazione italiana in Grecia durante la Seconda guerra mondiale, pur conoscendo i nostri limiti e, malgrado la fatica di muoversi, ha recitato per noi e ci ha preparato un elenco accuratissimo di tutti i suoi amici storici e politici che potevamo contattare in Grecia per raccogliere le testimonianze su quell’argomento.
Ogni volta che aveva l’occasione di trovarsi con dei greci, si univa ai loro canti, con estrema semplicità, mentre l’espressione dei suoi occhi passava dall’entusiasmo a una velata nostalgia.
Avere l’opportunità di accostasi a un “Maestro” fa bene al cuore ed è in quest’ottica che è nato il Seminario di Filosofia in corso da alcuni anni presso l’Associazione Piemonte-Grecia: ormai una realtà che solo il lockdown hanno momentaneamente sospeso.
In suo ricordo, a sette anni dalla scomparsa, proponiamo qui sul sito il testo di riferimento utilizzato nella presentazione Uno sguardo sulla poesia greca del ‘900 tenutasi presso l’Associazione il 9 marzo 2010.
“Davanti a questo monumento ho pianto sopraffatto dal contrasto tra la staticità della fanciulla e la vitalità del suo cagnolino.” Costanzo Preve