Martedì 19 ottobre scorso è mancata Maria Caputo, madre della socia Nietta Fiorentino.
Con lei scompare uno degli ultimi profughi italiani del secondo dopoguerra. Infatti Maria, col marito Nicola Fiorentino, erano italiani nati e vissuti a Patrasso, in Grecia, per tutta la loro gioventù, fino a quando furono espulsi dal paese, come fossero nemici, a causa dell’invasione e dell’occupazione militare italiana durante la Seconda Guerra Mondiale.
Rientrati in Italia nell’inverno 1945/46, con lo spostamento di circa altre 1.500 persone della stessa zona, Maria Caputo e Nicola Fiorentino hanno vissuto sette anni nei campi profughi e poi hanno trovato casa a Torino, grazie anche alla domanda di lavoro nell’industria metalmeccanica. Il marito lavorò infatti come operaio al reparto Laminatoi della Fiat Ferriere fino alla pensione. Malgrado fossero stati espulsi e trattati da profughi, hanno comunque conservato per tutta la vita un fortissimo legame con la Grecia e con le sue tradizioni.
La nostra Associazione aveva dedicato a Nicola Fiorentino la mostra sulla vita di Nikos Beloyannis (III Braccio del Carcere Le Nuove, Ottobre 2018) per la sua attività politica e sindacale e per il suo sostegno alle lotte del popolo greco, dalla resistenza negli anni ’50 fino alla dittatura dei colonnelli.
Nel breve filmato che si può vedere qui, Maria Caputo e la sua amica Caterina Gallo, durante una cena familiare, ricordano i tempi passati cantando in greco. La canzone è un tango del 1937 dal titolo: Τα μάτια τα δικά σου τα μάτια (musica Di Lazzaro, parole Λεωνίδα Κατσουρόπουλου)