Anzi, sono fenomeni che si ripropongono periodicamente, in Italia ed in tutta Europa, anche perché, nel periodo fra l’una apparizione e l’altra, nulla viene intrapreso per risolverli.
In Grecia recentemente è morta una ragazza rom, schiacciata da un cancello automatico di un garage. Forse non era lì con intenzioni amichevoli. La morte non è stata rapida. Ma la notizia non è la morte. La notizia è che un passante, per accertarne il decesso, ha tentato di smuoverla con la punta di un piede (siamo gentili e non pensiamo ad un calcio). Forse non poteva fare diverso; forse non voleva in alcun modo entrare in contatto con un corpo diverso.
In Italia due bimbi (2 e 4 anni) sono periti in un rogo accidentale in un campo rom a Stornara (FG). Nessuno ha lanciato una molotov o appiccato dolosamente il fuoco (come avvenuto in altre occasioni). La condizione fatiscente del campo ha fatto tutto. Essa era stata segnalata più volte dal Sindaco alle Autorità competenti, ma senza effetti. Il padre era al lavoro nei campi, la madre si era allontanata qualche minuto perché anche andare al cesso, in quelle condizioni di vita, è un’operazione non semplice. Peraltro non lontano da lì, altri campi improvvisati e semiclandestini accolgono lavoratori schiavizzati dal nostro sistema produttivo, che scarica per primo su di loro l’esigenza di prezzi bassi e profitti alti.
Neanche dieci giorni fa un quindicenne rom, nella provincia di Salerno, anch’egli di nazionalità rumena, decideva di impiccarsi dopo un’esistenza troppo amara scandita da sgomberi, accompagnata dagli squittii dei topi, imprigionata nella miseria più nera. Questi luoghi dannati, denominati impropriamente “campi nomadi”, non nascono spontaneamente. Sono frutto di scelte umane legate a speculazioni urbanistiche o a lucide politiche del disprezzo che definiscono e delimitano, su un’arbitraria catalogazione etnica, lo spazio di un abitare diverso, per cittadini dalla cittadinanza amputata. Sono aree del dolore, della segregazione e della marginalità. Ma anche dove dall’alto, si gestiscono appalti e si costruiscono guadagni. Tutto nell’imperfetta e ipocrita legalità. La notizia della tragica morte del ragazzino di Pontecagnano (SA) prima e dei due fratellini dopo, è apparsa per qualche minuto nelle news dei notiziari per poi, piano piano, scendere nella scala dell’importanza e dissolversi in un trafiletto nascosto. Tutto passerà e tutto diventerà inutile, anche la fine di tre giovani vite.(Carlo Stassola, sul Fatto Quotidiano del 18/12/2021)
La nostra Associazione in più occasioni ha cercato di occuparsi del problema e, adesso come allora, cerca di riproporlo all’attenzione per non lasciare questa tragedia nell’oblìo.